Iscritto al Partito Comunista Italiano.
Nel 1929 venne bastonato a sangue dai fascisti a Castel Maggiore dove si era trasferito.
Nel gennaio 1930 fu fermato di notte mentre rincasava e ferito ad una gamba da numerosi colpi di arma da fuoco.
Nel 1934, minacciato di morte, lasciò la famiglia e andò a lavorare come contadino a Pianoro.
Dopo lʼ8.9.1943 collaborò con il movimento di liberazione.
Riconosciuto benemerito.